lunedì 25 luglio 2011
Il parlamento è lo specchio dell'anima?
Qualche giorno fa un'inchiesta apparsa sulla edizione on line de L'Espresso dal titolo "Noi, onorevoli e nullafacenti" ha presentato la prima parte di un'intervista a Carlo Monai, avvocato, ex consigliere regionale e oggi deputato dell'Idv al primo mandato parlamentare.
Il "coraggioso" deputato ha accettato di svelare la quantità di vitalizi, indennità, doppi incarichi, privilegi, sconti, regali a cui qualsiasi politico di quel livello ha diritto. Proprio nei giorni in cui la manovra finanziaria chiede alle famiglie italiane centinaia di sacrifici economici i costi della politica continuano ad essere sproporzionati e indiscriminati e completamente a carico dei poveri contribuenti italiani.
L'intervista arriva a pochi giorni dalla pubblicazione su Facebook della pagina "I segreti della casta di Montecitorio" ad opera del fantomatico "Spider Truman", precario licenziato dopo 15 anni di onorato e sottopagato servizio. Ben 368.000 persone hanno deciso, fino ad ora, di approfondire quanto ci costa la politica italiana e che sproporzione economica esiste in Italia tra chi le leggi le fa e chi le subisce.
L'onorevole Monai ha spiegato che la busta paga di un politico si aggira intorno ai 14.000 euro al mese netti escludendo altre indennità di carica. A comporre la cifra concorrono uno stipendio netto da 5.486,58 euro a cui si aggiunge una diaria di 3.503,11 euro, un rimborso spese forfettario di 3.690 euro e 1.500 euro di emolumenti per spese di viaggio e telefoni. Oltre a ciò bisogna considerare i plafond messi a disposizione dal parlamento per l'acquisto di computer (altrimenti come potrebbero giocare in aula con l'iPad?) e le spese telefoniche oltre alla possibilità di viaggiare gratis in autostrada, in terno, in aereo e in nave. E il taxi? Niente paura, esiste un rimborso che va dai 1.070 ai 1.331 euro al mese a seconda della distanza tra l'abitazione e l'aeroporto. Le agevolazioni dovrebbero essere utilizzate solo per viaggi legati all'incarico politico, cosa che, chiaramente, non avviene praticamente mai.
Per concludere ecco una chicca. L'onorevole afferma che la stragrande maggioranza dei deputati viaggia solo in Alitalia pur essendo la più cara e costando di più ai contribuenti. La cosa avviene per due motivi: il primo perché in caso si decidesse di viaggiare con un'altra compagnia, anche low cost, toccherebbe al politico anticipare il biglietto (mentre con Alitalia anticipa il Parlamento); il secondo perché viaggiando con Alitalia si accumulano punti sulla tessere fedeltà "Millemiglia"che permettono, a lungo andare, di viaggiare gratis all'estero e di regalare vacanze ai propri familiari. Il viaggio all'estero, l'unica cosa che, a dir di Monai, il deputato parlamentare italiano deve pagare di tasca propria.
Per concludere, visto l'esiguo stipendio dei parlamentari, molte case automobilistiche riservano ai politici sconti sull'acquisto di un'auto che vanno dal 10% al 25%, mentre la Telecom riserva a deputati e senatori un contratto chiamato "Tim Top Business Class" a prezzi impensabili per un utente che non abbia una carica politica.
Chi sa che mole di lavoro avranno i nostri politici per guadagnare tutti questi soldi? É presto detto. Secondo il deputato dell'Idv si lavora in media due giorni a settimana, al massimo tre e di solito dal martedì al giovedì. Il venerdì è tabù. Pensate, 14.000 euro netti per 8 giorni lavorativi mensili. Roba da matti.
Questi sono i valori della politica italiana, questo è quanto si prospetta al giovane che approccia ora il mondo del lavoro. Si dice che la classe politica di un paese di solito rispecchi il cittadino medio. Il parlamento italiano è quindi lo specchio dell'anima dell'italiano medio? Auguriamoci di no, per il nostro bene.
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