giovedì 14 luglio 2011

Count down manovra economica. Anche le famiglie nel calderone



70 miliardi di euro. Questa la cifra stratosferica che la manovra economico-finanziaria, promossa dal ministro Tremonti, dovrebbe introiettare nelle casse dello stato entro la fine del 2014. Un bel passo in avanti, secondo l'UE, rispetto ai circa 43 miliardi preventivati precedentemente alle correzioni effettuate in Senato.

Stamani, alle 9.30, è iniziato l'esame in Aula del senato e si attende in giornata il via libera per la manovra di bilancio approvata durante la notte. In sintesi, entrambi i rami del parlamento dovrebbero dare l'ok alla manovra con voto di fiducia dopo l'accordo raggiunto tra maggioranza e opposizione rendendola esecutiva dal prossimo lunedì.

Ma andiamo al cuore della vera novità dell'ultima ora, il taglio indistinto alle agevolazioni fiscali che coinvolgerà a pieno titolo tutte le famiglie italiane. Infatti, dopo l'annuncio di un ticket di 10 euro sulle ricette mediche e di 25 euro per gli interventi del pronto soccorso in codice bianco, arriva un altro "rinforzo" alla manovra, necessario per tirar fuori altri 20 miliardi di euro per risanare il debito pubblico, il taglio di tutte le 483 voci di agevolazione fiscale attualmente previste.

Il taglio sarà graduale e passerà dal 5% nel 2013 al 20% del 2014 per poi rimanere tale. Tra le voci interessate, faranno sicuramente discutere i tagli relativi ai figli a carico, alle spese per la sanità, ai redditi da lavoro dipendente, agli asili e agli studenti universitari. Il relatore Gilberto Pichetto Fratin ha poi aggiunto che "il governo con successivi decreti potrà decidere di escludere alcune categorie".

Magra consolazione, considerando che questi nuovi tagli alle agevolazioni per le famiglie italiane vanno ad aggiungersi ad un tasso di inflazione che a giugno è salito al 2,7%, il più alto dal novembre del 2008, e ad un caro benzina del +11,9% e ad un caro gasolio del +14% nello stesso mese. Per non parlare dei prezzi degli alimentari che aumentano senza freni da due anni, di un carrello della spesa che oggi ci costa il 3,5% in più e del rialzo dei prezzi dei biglietti di praticamente tutti i mezzi di trasporto pubblici e privati.

Infine, ancora una volta, il povero studente universitario, oltre a rischiare di non vedersi riconosciuto il valore legale del proprio sacrificio, rischia di perdere ogni forma di agevolazione in materia di tasse e di borse di studio, tenendo presente che la sua famiglia, con i tempi che corrono, avrà qualche difficoltà in più a mantenerlo. Ma siamo sicuri che l'Italia voglia davvero incentivare l'istruzione dei giovani e assicurarsi una nuova classe dirigente?

Prepariamoci quindi ad aggiungere un buco alla cintura per stringerla e a mantenere la "linea" per diversi anni perché difficilmente potremo permetterci di ingrassare a suon di debiti come ci è stato permesso per decenni dalla nostra cara vecchia politica italiana.


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