mercoledì 27 luglio 2011

Con LinkedIn invii il curriculum con un click


Il social network LinkedIn rappresenta ormai un enorme calderone professionale all'interno di cui confluiscono aziende, manager, impiegati, artigiani, liberi professionisti, enti pubblici, politici e così via. Se sei un professionista di qualunque settore, avere un profilo professionale su LinkedIn è ormai un must, non esserci equivarrebbe ad essere etichettato come "archeodigital".

Ciò che ha contraddistinto LinkedIn fin dal principio è stato il suo scopo esplicitamente professionale. L'obiettivo del social network è quello di mettere in contatto i professionisti di ogni settore attraverso la creazione e la pubblicazione del proprio profilo. Attraverso LinkedIn chiunque può condividere idee relative al proprio lavoro, può partecipare a gruppi professionali, può entrare in contatto con altri professionisti e/o aziende e può, cosa non meno importante, cercare lavoro.

É questa, forse, la vera forza di LinkedIn, una vetrina globale per chi è alla ricerca di un lavoro o per chi vuole cambiarlo. In quanto database di milioni di profili professionali, LinkedIn sta sostituendo nel tempo il curriculum in sé rappresentando oramai una sorta di "curriculum digitale permanente" e perennemente consultabile da chiunque fosse interessato, head hunters compresi. Per questo chiunque vi sia iscritto ha tutto l'interesse nel tenerlo aggiornato e mirato ad un settore; anche chi un'occupazione ce l'ha, non si sa mai.

Il social network fin dal 2003, anno della sua nascita ad opera di Reid Hoffmann, ha potenziato il sistema di collegamenti e condivisione investendo in maniera massiccia sulle potenzialità di LinkedIn come "cercatore di lavoro". A questa precisa strategia risponde l'ultima trovata del portale il quale ha lanciato un nuovo bottone "Candidati ora" attraverso cui ogni utente potrà inviare il proprio curriculum professionale a un'azienda senza dover inviare una e-mail o conoscere l'indirizzo del destinatario. Il bottone permette a tutti gli iscritti di condividere immediatamente le informazioni relative alla propria formazione e alla propria esperienza professionale.

Da oggi quindi LinkedIn, che conta 100 milioni di utenti registrati nel mondo, oltre ad offrire la possibilità di stampare il proprio profilo alla stregua di un curriculum in formato pdf, oltre a permetterci di cercare offerte sotto la voce "Lavoro" mette a disposizione di tutti gli utenti iscritti questo bottone immediato, lanciato come plugin per le pagine web delle aziende. Gli utenti, cliccando sul bottone, condividono in questo modo il proprio profilo professionale senza dover fare null'altro. Niente mail, niente moduli, niente di niente. Il processo è interamente automatico ed è possibile aggiungere dei brevi commenti alla propria candidatura.

Le imprese che cercano personale, da par loro, possono includere fino a tre domande a chi invia il suo curriculum e possono chiedere di allegare una lettera di presentazione. In questo modo LinkedIn risulta sempre più integrato con i siti web esterni e diventa sempre più la risorsa principale nella selezione di personale da parte di aziende e cacciatori di teste.


lunedì 25 luglio 2011

Il parlamento è lo specchio dell'anima?


Qualche giorno fa un'inchiesta apparsa sulla edizione on line de L'Espresso dal titolo "Noi, onorevoli e nullafacenti" ha presentato la prima parte di un'intervista a Carlo Monai, avvocato, ex consigliere regionale e oggi deputato dell'Idv al primo mandato parlamentare.

Il "coraggioso" deputato ha accettato di svelare la quantità di vitalizi, indennità, doppi incarichi, privilegi, sconti, regali a cui qualsiasi politico di quel livello ha diritto. Proprio nei giorni in cui la manovra finanziaria chiede alle famiglie italiane centinaia di sacrifici economici i costi della politica continuano ad essere sproporzionati e indiscriminati e completamente a carico dei poveri contribuenti italiani.

L'intervista arriva a pochi giorni dalla pubblicazione su Facebook della pagina "I segreti della casta di Montecitorio" ad opera del fantomatico "Spider Truman", precario licenziato dopo 15 anni di onorato e sottopagato servizio. Ben 368.000 persone hanno deciso, fino ad ora, di approfondire quanto ci costa la politica italiana e che sproporzione economica esiste in Italia tra chi le leggi le fa e chi le subisce.

L'onorevole Monai ha spiegato che la busta paga di un politico si aggira intorno ai 14.000 euro al mese netti escludendo altre indennità di carica. A comporre la cifra concorrono uno stipendio netto da 5.486,58 euro a cui si aggiunge una diaria di 3.503,11 euro, un rimborso spese forfettario di 3.690 euro e 1.500 euro di emolumenti per spese di viaggio e telefoni. Oltre a ciò bisogna considerare i plafond messi a disposizione dal parlamento per l'acquisto di computer (altrimenti come potrebbero giocare in aula con l'iPad?) e le spese telefoniche oltre alla possibilità di viaggiare gratis in autostrada, in terno, in aereo e in nave. E il taxi? Niente paura, esiste un rimborso che va dai 1.070 ai 1.331 euro al mese a seconda della distanza tra l'abitazione e l'aeroporto. Le agevolazioni dovrebbero essere utilizzate solo per viaggi legati all'incarico politico, cosa che, chiaramente, non avviene praticamente mai.

Per concludere ecco una chicca. L'onorevole afferma che la stragrande maggioranza dei deputati viaggia solo in Alitalia pur essendo la più cara e costando di più ai contribuenti. La cosa avviene per due motivi: il primo perché in caso si decidesse di viaggiare con un'altra compagnia, anche low cost, toccherebbe al politico anticipare il biglietto (mentre con Alitalia anticipa il Parlamento); il secondo perché viaggiando con Alitalia si accumulano punti sulla tessere fedeltà "Millemiglia"che permettono, a lungo andare, di viaggiare gratis all'estero e di regalare vacanze ai propri familiari. Il viaggio all'estero, l'unica cosa che, a dir di Monai, il deputato parlamentare italiano deve pagare di tasca propria.

Per concludere, visto l'esiguo stipendio dei parlamentari, molte case automobilistiche riservano ai politici sconti sull'acquisto di un'auto che vanno dal 10% al 25%, mentre la Telecom riserva a deputati e senatori un contratto chiamato "Tim Top Business Class" a prezzi impensabili per un utente che non abbia una carica politica.

Chi sa che mole di lavoro avranno i nostri politici per guadagnare tutti questi soldi? É presto detto. Secondo il deputato dell'Idv si lavora in media due giorni a settimana, al massimo tre e di solito dal martedì al giovedì. Il venerdì è tabù. Pensate, 14.000 euro netti per 8 giorni lavorativi mensili. Roba da matti.

Questi sono i valori della politica italiana, questo è quanto si prospetta al giovane che approccia ora il mondo del lavoro. Si dice che la classe politica di un paese di solito rispecchi il cittadino medio. Il parlamento italiano è quindi lo specchio dell'anima dell'italiano medio? Auguriamoci di no, per il nostro bene.


sabato 23 luglio 2011

Amy Winehouse è morta


Assurdo. É questo l'attributo giusto, assurdo. Assurdo morire a 28 anni non ancora compiuti e cancellare per sempre una delle voci e dei talenti musicali più cristallini dei nostri tempi. Così, dopo essersi consumata lentamente a suon di alcol e droghe, Amy Winwhouse è stata trovata priva di vita nella sua abitazione londinese a Camden Square alle 4 di oggi pomeriggio.

Le circostanze della morte sarebbero ancora da chiarire ma impazzano già le ipotesi relative alle cause della morte. Il Sunday Mirror ritiene sia morta per un cocktail di droga e farmaci. Secondo le fonti citate dal Tabloid la Winehouse stava vivendo uno dei peggiori periodi della sua vita e abusava continuamente di vodka tanto che, solo nell'ultima settimana, sarebbe svenute 3 volte.

Più sconcertante è invece la versione del Sunday Times secondo cui la cantante si sarebbe suicidata. Ad ogni modo, mette i brividi dirlo, è come se la vita del giovane talento londinese fosse già segnata. Ogni notizia che la riguardava, ogni apparizione in pubblico, tra cui l'ultimo concerto di Belgrado, parlavano di una vita di eccessi costruita sui vizi dell'alcol e della droga. A seguito della infelice e triste performance di Belgrado, tenuta il 18 giugno scorso, il management della cantante aveva pensato di annullare la tappa italiana del suo tour, che l'avrebbe vista esibirsi il 16 luglio al Lucca Summer Festival, e successivamente l'intero tour europeo.

Il suo timbro inconfondibile, la sua capacità innata di miscelare Rithm 'n Blues, Soul, Jazz, Rock 'n Roll, hanno ceduto tropo spesso il passo ai suoi problemi con alcol e droga, alla anoressia, alla bulimia e a una eccentricità che quasi sempre confluiva nell'auto-distruzione. Si perché Amy, alla fine di tutto, non ha fatto altro che distruggere se stessa.

Dopo Janis Joplin, Jimi Hendrix e Jim Morrison, tutti morti a 27 anni, è arrivata anche l'ora di Amy Winehouse. Un'altra morte maledetta che ha tutte le carte in regola, come quella dei suoi predecessori, per divenire la nascita di un mito.

Permettetemi di dirlo, è tutto molto triste.

Avrei preferito sentirla fino a quando sarebbe diventata "non più di moda". Sono certo che la musica tutta ne avrebbe guadagnato. Invece ora non ci rimane che ascoltare "Frank" e "Back to Black" per ricordarci di come si possa buttar via un grande talento ma prima di tutto una giovane, troppo giovane vita.


Smartphone: Apple supera Nokia


Il periodo che va da aprile a giugno del 2011 verrà ricordato come il tempo del sorpasso di Apple sul gigante Nokia nelle vendite di smartphone. Come riporta il Financial Times, il distacco tecnologico tra i due contendenti al trono comincia ad essere davvero rilevante.

Da un lato il colosso finlandese, fino ad ora incontrastato leader della telefonia mondiale, imprigionato dal proprio software Symbian ormai obsoleto e dalla chiusura del secondo trimestre con perdite pari a 368 milioni di dollari e vendite in calo del 34% a 16,7 milioni di unità; dall'altro la società di Cupertino, fresca del trimestre migliore di sempre con 20,3 milioni di unità vendute, che già aveva sorpassato Nokia in termini di ricavi e utili.

I finlandesi continuano a mantenere il primato del maggior produttore di telefonia al mondo, ma l'evidente arretratezza delle strategie tecnologiche e commerciali ha causato la débacle dell'ultimo trimestre. I rapidi cambiamenti che hanno stravolto il settore della telefonia nell'ultimo decennio, per lo più pilotati da Apple, hanno messo a dura prova la muscolosa Nokia la quale non è stata in grado di reagire alle brucianti innovazioni dell'agilissima e innovativa azienda di Cupertino.

Per colmare il gap in termini di software (iOs è anni luce davanti al Symbian) con la ormai maggiore concorrente Apple, l'azienda finlandese sta puntando tutto sull'accordo con Microsoft per utilizzare il sistema operativo Windows Phone sui propri smartphone entro la fine del 2011, rimpiazzando così il vecchio e stanco Symbian.

Apple nel frattempo si crogiola negli utili dell'ultimo trimestre mostrando uno stato di salute invidiabile e si prepara all'evento di settembre in cui, tra le ultime novità, potrebbe esserci anche il nuovo iPhone, il fortunatissimo e quanto mai desiderato, nonché unico, smartphone di casa Cupertino.


mercoledì 20 luglio 2011

Riattivato l'irpef sulla prima casa. La manovra non salva nessuno


Della serie "a volte ritornano". La manovra di bilancio non risparmia neanche l'irpef sulla prima casa, quella abitativa, la quale rientrerà, a partire dal 2013, nel quadro della stretta sulle agevolazioni fiscali. Cosicché ogni proprietario di una abitazione, per un totale di circa 24,2 milioni di italiani, si vedrà costretto a pagare, a partire dalla dichiarazione dei redditi del 2014, il 20% della rendita catastale.

Casa dolce casa. L'ennesima cocente sorpresa per i contribuenti italiani i quali, in questo periodo, ormai si aspettano di tutto. Certo è che il governo dovrà prepararsi a vivere anni di impopolarità, specie dopo che il presidente del consiglio aveva assunto come diktat della maggioranza l'abbattimento delle tasse sulla casa e sulla famiglia in genere.

La deduzione integrale della rendita catastale dell'unità immobiliare adibita ad abitazione principale esiste dal 2001 grazie ad una norma introdotta dal centrosinistra. Fino ad oggi, quindi, la rendita catastale non è una voce che rientra tra quelle che concorrono a formare l'irpef imponibile. Con i tagli previsti dalla manovra economica, a partire dal biennio 2013-2014, durante la compilazione del modello 730 i proprietari di una casa adibita ad abitazione principale si vedranno costretti a sommare al proprio irpef il 20% del valore della rendita catastale della propria casa.

In questo modo lo Stato italiano dovrebbe recuperare circa 3 miliardi di euro a partire dalla dichiarazione dei redditi del 2014. In media, essendo la rendita catastale un valore piuttosto basso, il 20% di questo valore, sommato all'irpef, non inciderà in maniera preponderante sulla somma da erogare alla stato. Se però sommiamo questa "nuova" tassa alle addizionali comunali e regionali irpef effetto del federalismo fiscale e agli altri tagli su detrazioni e deduzioni in arrivo nel biennio in parola il contribuente non ha nulla di cui rallegrarsi.

Insomma, per sanare il buco di bilancio e porre un freno al decadimento del nostro sistema economico il governo non sa più in quale angolo delle tasche degli italiani mettere le mani.

Se allo stato attuale delle cose, uno stipendio di 1.000 euro al mese, percepito mediamente da milioni di italiani, per lo più giovani trentenni precari costretti pertanto a "prolungare" la convivenza con i propri genitori, indica uno stato di povertà quasi totale cosa accadrà fra poco più di un anno?

Ma i nostri politici sono troppo impegnati a chiamare bamboccioni  i giovani precari che vivono con uno stipendio da miseria per chiedersi come mai, nel giro di una sola generazione, l'Italia abbia praticamente depauperato e annullato lo sviluppo economico aprendo le porte ad una nuova povertà fatta di coloro che non hanno la libertà di sentirsi autonomi perché da soli non arriverebbero alla fine di due settimane e non a fine mese.


lunedì 18 luglio 2011

Tulalip on line per errore. Il social network di Microsoft sul web per un istante


Errore o abile regia mirata al word of mouth? Qualunque sia il vero motivo della "fuga di social network" avvenuta in casa Microsoft, la home page del nuovo progetto del colosso americano, Tulalip, è apparsa all'indirizzo Socl.com per breve tempo per poi essere sostituita da un messaggio su fondo bianco. Il messaggio recitava: "Grazie per la visita. É un progetto interno di Microsoft research, pubblicato per sbaglio sul web. Non volevamo farlo, davvero".

Sarò malizioso, ma proprio non riesco a berla. Infatti, è bastata questa fugace apparizione del futuro social network di Microsoft per scatenare le voci del web, le quali già parlano di un nuovo "nemico" di Facebook e del giovanissimo Google+. Nel giro di poche ore dalla comparsa della schermata iniziale di Tulalip la curiosità per questo nuovo progetto ha creato una massa vorticosa di notizie, informazioni, indiscrezioni, le quali hanno fatto balzare la notizia in cima agli argomenti di interesse del web. Se davvero è stato un errore, Microsoft dovrà ammettere che mai negligenza fu così provvidenziale.

In effetti, con lo strapotere di Facebook, con l'ascesa di Twitter e con il lancio di Google+, destare attenzione attorno all'ennesimo Social Network, seppur di casa Microsoft, risulterebbe davvero difficile. A meno che non si adotti una strategia di Viral Marketing come potrebbe esserlo, ad esempio, una momentanea ed "erronea" pubblicazione della home page di Tulalip.

Dal punto di vista estetico, la schermata iniziale di Tulalip è in pieno stile Microsoft. É facilmente ravvisabile l'impronta dei nuovi sistemi operativi Windows, mobile e non, con la classica ondina a spirale che appare dietro alla scritta "Welcome". Incuriosisce invece la presenza sulla schermata iniziale di due pulsanti per i collegamenti a Facebook e Twitter, la cui cosa sembrerebbe in parte demolire l'opinione dei sostenitori della guerra fra giganti a colpi di social e far propendere verso la nascita di uno strumento "limitato", o meglio adito alla condivisione ma, allo stesso di tempo, di "supporto" ai veri "social network". In tal caso sembrerebbe prospettarsi l'ennesimo round "Google Vs Microsoft" data l'assenza di un'icona dedicata a Google+.

Siamo certi che a breve sapremo se dar credito ai "guerrafondai" del web oppure meno. Certo è che la via del social è sempre più un diktat per ogni colosso informatico che si rispetti e che il sovraffollamento dettato dalla "corsa alla condivisione" sta apportando non pochi cambiamenti al modo di comunicare sul web e alle sue modalità di fruizione. Ben presto ci troveremo ad avere decine di profili su altrettanti social network frammentando ancor di più la nostra "personalità digitale" già di per sé liquida.

In mezzo a questi avvenimenti, come sempre accade, c'è sempre un gaudente, in tal caso rappresentato dal mercato pubblicitario digitale il quale, grazie al moltiplicarsi dei canali di comunicazione, diventa sempre più affinato e mirato a target segmentati. Sempre che avere decine di profili digitali differenti voglia dire segmentazione e non confusione.


giovedì 14 luglio 2011

Count down manovra economica. Anche le famiglie nel calderone



70 miliardi di euro. Questa la cifra stratosferica che la manovra economico-finanziaria, promossa dal ministro Tremonti, dovrebbe introiettare nelle casse dello stato entro la fine del 2014. Un bel passo in avanti, secondo l'UE, rispetto ai circa 43 miliardi preventivati precedentemente alle correzioni effettuate in Senato.

Stamani, alle 9.30, è iniziato l'esame in Aula del senato e si attende in giornata il via libera per la manovra di bilancio approvata durante la notte. In sintesi, entrambi i rami del parlamento dovrebbero dare l'ok alla manovra con voto di fiducia dopo l'accordo raggiunto tra maggioranza e opposizione rendendola esecutiva dal prossimo lunedì.

Ma andiamo al cuore della vera novità dell'ultima ora, il taglio indistinto alle agevolazioni fiscali che coinvolgerà a pieno titolo tutte le famiglie italiane. Infatti, dopo l'annuncio di un ticket di 10 euro sulle ricette mediche e di 25 euro per gli interventi del pronto soccorso in codice bianco, arriva un altro "rinforzo" alla manovra, necessario per tirar fuori altri 20 miliardi di euro per risanare il debito pubblico, il taglio di tutte le 483 voci di agevolazione fiscale attualmente previste.

Il taglio sarà graduale e passerà dal 5% nel 2013 al 20% del 2014 per poi rimanere tale. Tra le voci interessate, faranno sicuramente discutere i tagli relativi ai figli a carico, alle spese per la sanità, ai redditi da lavoro dipendente, agli asili e agli studenti universitari. Il relatore Gilberto Pichetto Fratin ha poi aggiunto che "il governo con successivi decreti potrà decidere di escludere alcune categorie".

Magra consolazione, considerando che questi nuovi tagli alle agevolazioni per le famiglie italiane vanno ad aggiungersi ad un tasso di inflazione che a giugno è salito al 2,7%, il più alto dal novembre del 2008, e ad un caro benzina del +11,9% e ad un caro gasolio del +14% nello stesso mese. Per non parlare dei prezzi degli alimentari che aumentano senza freni da due anni, di un carrello della spesa che oggi ci costa il 3,5% in più e del rialzo dei prezzi dei biglietti di praticamente tutti i mezzi di trasporto pubblici e privati.

Infine, ancora una volta, il povero studente universitario, oltre a rischiare di non vedersi riconosciuto il valore legale del proprio sacrificio, rischia di perdere ogni forma di agevolazione in materia di tasse e di borse di studio, tenendo presente che la sua famiglia, con i tempi che corrono, avrà qualche difficoltà in più a mantenerlo. Ma siamo sicuri che l'Italia voglia davvero incentivare l'istruzione dei giovani e assicurarsi una nuova classe dirigente?

Prepariamoci quindi ad aggiungere un buco alla cintura per stringerla e a mantenere la "linea" per diversi anni perché difficilmente potremo permetterci di ingrassare a suon di debiti come ci è stato permesso per decenni dalla nostra cara vecchia politica italiana.