martedì 21 giugno 2011

Nell'era di Internet anche le suore si digitalizzano


Sappiamo tutti che la Chiesa, da che mondo e mondo, ha sempre avuto qualche difficoltà a stare al passo con l'innovazione in senso lato. D'altronde, essendo la Chiesa garante della millenaria religione cristiana, non potrebbe essere altrimenti. Pertanto il Vaticano ci ha abituato da sempre a cambi di rotta mai repentini ed ha affrontato ogni cambiamento nel tempo con estrema prudenza. In effetti, solitamente, quando la chiesa sposa definitivamente una innovazione, in questo caso tecnologica, vuol dire che non ne può più fare a meno.

L'innovazione tecnologica in parola è quella legata ad internet e alle nuove tecnologie di comunicazione in genere, viste dalla Chiesa come un rischio ma anche come un'opportunità di dialogo ulteriore. Così si è deciso di dar vita ad un corso multimediale per religiose presso l'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma che si terrà dal 4 al 13 luglio. Tale corso dovrebbe istruire le religiose su alcuni aspetti della comunicazione multimediale riducendo il "digital divide" ecclesiastico.

Onestamente, mi risulta difficile pensare che, tra le migliaia di suore, non esista nessuna che sappia utilizzare la rete e abbia dimistichezza con l'utilizzo degli strumenti offerti dalla nostra era digitale. Più che altro, questo corso promosso in pompa magna dal Vaticano, sembrerebbe essere una sorta di istituzionalizzazione ecclesiastica dell'uso del web, la versione studentesca di una direttiva papale.

Il corso è intitolato "La sfida antropologica nell'era digitale" e, a dire degli organizzatori, lo scopo è quello di offrire una visione ad ampio raggio sulla persona consacrata e il suo modo di interagire con i mezzi di comunicazione. Insomma, una sorta di vademecum religioso per navigare in rete. Secondo i promotori del corso "è perfettamente possibile. per una suora, conoscere le opportunità e affrontare i pericoli dei nuovi media, approcciandoli con un criterio evangelico e di consacrazione".

Il corso si rivolgerà a tutte le religiose che vorranno approfondire l'uso dei mezzi di comunicazione, sia per la vita personale sia per l'apostolato. Le conferenze tenute durante quei giorni saranno tradotte in inglese, francese e spagnolo, dando la possibilità alle religiose di tutto il mondo di comprendere le tematiche affrontate le quali andranno dall'"Uso dei mass media nella vita consacrata" a "La gioventù nell'era digitale".

A prima vista, a cominciare dal nome del corso, l'attenzione degli organizzatori sembrerebbe maggiormente rivolta sui concetti di "sfida" e di "pericolo" nell'era della comunicazione digitale più che su quelli di "opportunità" e di "comunicazione". Ma la Chiesa si sa, come sempre, ha bisogno dei suoi tempi.

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