giovedì 30 giugno 2011

Agcom e il copyright: il web è a rischio censura?


6 luglio 2011, questa la fatidica data in cui l'Agcom dovrebbe approvare la delibera 668/2010 che prevede, tra i diversi punti, l'autorizzazione a rimuovere contenuti da qualsivoglia sito web che non rispetti il diritto d'autore anche in assenza di sentenza da parte di un giudice.

Questi i passaggi della dinamica prevista. Una volta accertata una violazione del copyright da parte dell'Agcom, il gestore del sito web avrebbe 48 ore per eliminare i contenuti contestati; trascorso questo tempo l'Agcom, dopo un contraddittorio e, comunque, non oltre 5 giorni, avrà il potere di provvedere alla cancellazione dei contenuti o all'oscuramento del sito in questione.

Da notare che la meccanica dell'intervento non prevede alcun passaggio all'autorità giudiziaria, la cui cosa ha fatto sobbalzare gli animi di gran parte degli utenti del web che hanno intravisto tra le righe l'ombra della censura. Nel frattempo la notizia del provvedimento Agcom sta facendo il giro della rete e pian piano tutti si stanno rendendo conto delle eventuali conseguenze, nel bene e nel male, che l'approvazione della delibera porterebbe alla nostra rete nazionale.

Mentre la mobilitazione in rete contro il provvedimento si sta espandendo a macchia d'olio, gruppi di hacker, tra cui il collettivo Anonymous, hanno preso di mira il sito dell'Agcom. Da un lato c'è chi grida allo scandalo per l'approvazione di una legge censura e dall'altro chi plaude ad una legge che, finalmente, proteggerà realmente il diritto d'autore tanto bisfrattato dal web.

C'è da dire che il copyright non ha mai vissuto momenti felici sul web in quanto, nonostante sia garantito dalla legge italiana, la rete rende difficilmente difendibile il diritto d'autore essendo internet sinonimo di condivisione (oggi come non mai). Pertanto la pirateria, ad esempio, ha sempre agito indisturbata in quanto è praticamente impossibile per uno stato rilevare e punire violazioni commesse da quasi l'intera popolazione. Questo bisogna dirlo per onestà intellettuale.

Ma allora qual'è il pericolo di questa delibera e quale la sua vera portata? In effetti una legge del genere esiste già in Europa, in Spagna per la precisione, dove la legge Sinde prevede la chiusura di siti web che violino il copyright. Vi è però una differenza sostanziale con la delibera Agcom in quanto, mentre in Spagna per chiudere un sito deve esserci stata una sentenza di un giudice, la nostra delibera di prossima approvazione non prevede affatto la sovranità dell'autorità giudiziaria e la censura avverrebbe per via amministrativa.

Facile intuire che una censura effettuata per via amministrativa potrebbe celare interessi, prevaricazioni, contese e tutta una serie di circostanze che, normalmente, appartengono all'inponderabile e restano escluse da uno stato di diritto. Pertanto potrebbe accadere che blogger e giornalisti, ad esempio, non conoscendo i rischi che corrono scrivendo sul web, eviteranno di scrivere determinate cose o che i cittadini troveranno nuovi modi, ancora più sofisticati, per aggirare le censure.

La cosa più grave, a parer di molti, è che una delibera del genere entrerebbe in vigore nel picco massimo di condivisione delle informazioni sulla rete mondiale.

Un gran bel controsenso all'italiana, di quelli che il nostro paese non si fa mai mancare, e che dimostra, come spesso accade, che alcune leggi sono fatte da chi non possiede la materia. Nella fattispecie, chi conosce la rete e i cambiamenti sociali che i Social Network stanno apportando alla vita di noi tutti non avrebbe mai partorito una cosa del genere.

Staremo a vedere cosa accadrà. Nel frattempo siamo tutti speranzosi che la giusta difesa del diritto d'autore non diventi il trampolino di lancio per una censura "senza regole" alla fonte di informazioni più democratica che sia rimasta nelle nostre mani.

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