venerdì 3 giugno 2011
Sony sotto attacco hacker
Lulz Security, è questo il nomignolo di un gruppo di hacker che nella giornata di ieri ha comunicato al Web, attraverso un messaggio via Twitter, di aver violato i server di Sonypictures.com.
E sono 2. E si perché, solo qualche mese fa, la Sony si rese protagonista per un fatto analogo legato alle consolle Playstation. Circa 100 milioni di account furono sottratti alla società nipponica, congelando il network dedicato alla consolle per oltre un mese.
A detta degli hacker di Lulz Security, con un singolo colpo sono riusciti ad accedere a tutte le informazioni riservate relative ai clienti del colosso giapponese in barba ai sistema di sicurezza adottati da quest'ultimo. Il gruppo di hacker si sarebbe "limitato" a sottrarre all'azienda informazioni relative a circa 50mila clienti e più di 80mila music coupon e codici per il download di file musicali on line.
Un vero e proprio affronto dimostrativo. In effetti, il messaggio pubblicato su Twitter, ha il tipico sapore della sfida: "Con una singola operazione siamo stati in grado di accedere a tutto, come potete mai riporre la vostra fiducia in una società che si rende vulnerabile ad attacchi così elementari?". Ci verrebbe da pensare "Beh, effettivamente...".
Il gruppo Lulz Security non è nuovo a questa operazioni di hackeraggio a scopi "dimostrativi". Solo un mese fa hanno portato i loro attacchi a diverse reti televisive americane mettendo in mostra tutta la loro abilità di scardinatori digitali.
Chi sa se questo scopo dimostrativo a cui fanno riferimento nelle loro rivendicazioni sia l'unico vero motivo d'azione. Fatto sta che, ormai da anni, la lotta Hacker VS Digital Business è sempre più accesa e decine di Multinazionali, Banche, Enti pubblici, Stati, insomma, la versione digitale del potere economico mondiale, le hanno prese di santa ragione. Questo ha fatto sì che si mobilitasse "nientepocodimenoche" il Pentagono il quale, già da qualche tempo, sta tentando di "bombardare" i terroristi del web che, per il momento, si divertono a giocare con i potenti servizi segreti americani al gatto e il topo.
Chi sa se gli hacker prima o poi saranno definitivamente sgominati. C'è da dire che anche qui vale la legge dell'evoluzione darwiniana, d'altronde, come ben noto a noi italiani, fatta la legge trovato l'inganno.
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