sabato 11 giugno 2011

Sky prende le distanze dal calcio italiano


Solo da Sky potevamo aspettarci una sacrosanta presa di posizione sul momento difficile che sta vivendo il nostro calcio. Solo da Sky potevamo attenderci uno schieramento dalla parte dei tifosi, le vere vittime della farsa messa in scena dal calcio scommesse.

L'amministratore delegato di Sky Italia, Tom Mockridge, ha richiesto al nostro calcio una posizione seria contro lo scandalo delle partite truccate ed ha affermato: "Lo spettacolo che il calcio italiano sta dando fuori dagli stadi con l'ennesimo scandalo è a dir poco avvilente". Difficile dargli torto.

Sky Italia sarebbe pronta ad interrompere gli introiti derivanti dai diritti tv per le squadre italiane se qualcosa non cambierà nel nostro calcio. In particolare Mockridge ha difeso il tifo italiano affermando che "esiste un patto di fiducia che lega il tifoso alla sua squadra e questa lealtà non può essere tradita  senza distruggere il capitale più prezioso di uno sport così amato: la passione tra chi tifa e la credibilità di chi gioca". E anche qui nulla da obiettare.

Lo stesso amministratore delegato ha infine esplicitamente minacciato di bloccare i miliardi di euro di investimento se qualcosa non cambierà in brevissimo tempo in quanto Sky ha il dovere di garantire ai suoi milioni di  telespettatori uno spettacolo pulito. D'altronde è proprio grazie ai contributi di questi che  può permettersi di assicurare al calcio italiano i due terzi dei suoi introiti complessivi.

Una vera e propria presa di posizione a favore dei tifosi/telespettatori che, certamente, da ora in poi si sentiranno più legati ad una rete che li difende e fa i propri interessi di appassionati dello sport.

Sentimento accorato e difesa di un codice etico quindi, oppure una ben studiata strategia di marketing? In ogni caso Sky sembra aver fatto di nuovo centro, oltre ad un notevole passo avanti nella promozione della nuova campagna abbonamenti.

Speriamo che in futuro lo sport del calcio abbia la forza di cambiare da solo e non sotto le pressioni dei suoi principali finanziatori. Ma forse questo è possibile solo nel dilettantismo. Denaro non è mai sinonimo di libertà.

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